Il Caffè tra artisti del 2 marzo sarà dedicato alla ceramica! Ospiti dell’incontro saranno Giulia Bonora (Keramô Ceramic) e Giacomo Nathan Viva (Viva Ceramics), che presenteranno il loro lavoro, una fusione tra arte, artigianato e design. Come di consueto, sarà possibile partecipare alla discussione, condividendo la propria esperienza e le proprie opinioni. Per l’occasione, gli ospiti porteranno alcuni lavori, che saranno visibili in una piccola esposizione pop-up.
Dettagli: Keramô Ceramic Keramô Ceramic è il progetto di Giulia Bonora, che esplora il mondo della ceramica contemporanea attraverso un approccio che fonde craft design e ricerca artistica. La sua produzione si distingue per il design innovativo e raffinato, in cui l’argilla è trattata con una tecnica che unisce tradizione e modernità. Giulia crea opere uniche, dalle forme organiche e minimaliste, caratterizzate da un forte impatto visivo, dove ogni pezzo è il risultato di un processo meticoloso e attento ai dettagli.
Il suo lavoro riflette un’interessante esplorazione delle potenzialità estetiche e funzionali della ceramica, che diventa un mezzo espressivo per raccontare storie, emozioni e connessioni. La ricerca di Giulia si concentra sull’equilibrio tra l’artigianato e il design, cercando di creare oggetti che siano non solo funzionali, ma anche sculture visive in grado di suscitare una riflessione sul rapporto tra forma, materia e spazio.
In questo contesto, Keramô Ceramic si presenta come un progetto di design d’autore che propone pezzi distintivi, capaci di integrarsi in vari contesti, dall’ambiente domestico a spazi espositivi, con un’estetica che celebra la bellezza della ceramica come arte e come oggetto di uso quotidiano.
Viva Ceramics Per l'artista Giacomo Nathan Viva, creare è un qualcosa che va ben oltre l'effimera gratificazione suscitata dall'approvazione altrui. L'arte è per lui una ragione di vita che, sin dai primi anni della sua infanzia, gli ha consentito - e continua a permettergli tutt'oggi - di dare forma alle sensazioni più profonde e risvegliare i ricordi più lontani, incanalando la sua immaginazione nelle sagome polimorfe del suo medium prediletto: la ceramica.
In un mondo che va sbiadendosi, divenendo sempre più impalpabile, dove la concretezza dell'esperienza umana lascia spazio all'illusione visiva del metaverso, Giacomo fa leva sulla tattilità per riappropriarsi di sé e di ciò che lo circonda. Per lui, percepire e rimodellare la realtà a partire dalla punta delle proprie dita significa cogliere l'opportunità di scoprirla ogni giorno per la prima volta, così come un bambino che non smette mai di stupirsi.
Istintiva ed esperienziale, la sua arte risponde a un desiderio innato che si manifesta in tutta la sua irrazionalità in opere plastiche sospese nel tempo e nello spazio. Proprio come nel caso del suo cognome, le sue sculture sono vive e capaci di trasformare la dimensione all'interno della quale vengono posizionate, reinventandone l'atmosfera.
Caratterizzati da corna aguzze, i vasi di Giacomo richiamano, al contempo, un passato distante, mitologico e divinatorio e le infinite contraddizioni dell'epoca contemporanea. In una società di maschere come quella d'oggigiorno, i volumi animaleschi, a tratti minacciosi, dell'artista milanese parlano della fragilità che si cela dietro alle false apparenze e dell'incapacità della gente di mostrarsi per ciò che si è realmente.
Dopotutto, quella di Giacomo vuole essere un'arte popolare, capace di arrivare a tutti senza distinzione alcuna. Diffidando dalle forzature e dalle meccanicità del concettuale, il ceramista si rivolge a coloro che gli stanno attorno, focalizzandosi su ciò che - persino in tempo di crisi - ci accomuna ancora: le nostre paure e inquietudini, i nostri sogni, progetti e speranze.
Distogliendo l'attenzione da ciò che è superfluo, Giacomo si concentra sull'emotività al fulcro dell'esperienza umana per mostrare come, là dove politiche discriminatorie, universo virtuale ed emergenza climatica sembrano voler dividerci tanto metaforicamente quanto letteralmente, l'arte riesce comunque a insinuarsi nella coscienza del singolo avvicinandosi più di ogni altra cosa.