Domenica 2 febbraio, ci sarà il consueto Caffè tra Artisti, con ospiti il collettivo Squadra, che presenterà uno dei suoi ultimi lavori, e Kouto Alternative Building, che porterà un workshop pratico di bioecologia della costruzione. A seguire, una cena invernale preparata da Duska, e il concerto del Roberto Pianca Trio, con Roberto Pianca alla chitarra, Emilio Giovanoli al contrabbasso e Leonardo Degli Antoni alla batteria. La serata si concluderà con una jam session aperta. . Dettagli: . Squadra Il collettivo Squadra è un gruppo di architetti presenti in cantiere sia come artigiani che come progettisti. Coltivano un approccio collaborativo, favorendo il consenso e sviluppando concetti solidi con un’attenzione particolare alle sfide sociali e ambientali. Nel progetto dell’Enoteca Chiericati, la storia è percepibile nei materiali. La patina e i segni del lavoro manuale hanno una loro forza espressiva. L’esistente, pur considerato superato, ha potuto così essere conservato, trovando un nuovo valore. Membri di Squadra: Luca Bazelli, Béla Dalcher, Alessio De Gottardi, David Moser, Matthias Müller Klug, Lian Liana Stähelin e Thierry Vuattoux. . Kouto Alternative Building Porterà un workshop pratico di bioecologia della costruzione, durante il quale sarà possibile scoprire e sperimentare con campioni di materiali da costruzione rigenerativi e riciclati. . Roberto Pianca Trio
Roberto Pianca Pianca (1984, Lugano) ha studiato musica al Conservatorio di Amsterdam. Ha suonato e lavorato con una varietà di artisti importanti, inclusi J. Baron, R. Lossing, J. O’Gallagher, T. Morgan, S. Dahlen, F. Ambrosetti, D. Moroni, P. Tonolo, N. Wogram, J. Van Ruller e S. Yannatou, tra gli altri. Nel 2008 ha fondato il trio Third Reel. Si è esibito in club e festival in Europa, Stati Uniti e Canada.
Emilio Giovanoli Emilio Giovanoli è un contrabbassista ticinese. Il suo percorso musicale è iniziato a 9 anni con lezioni di pianoforte, portandolo poi al basso elettrico e successivamente al contrabbasso durante l’adolescenza. Dopo aver conseguito un Master of Arts all’HEMU di Losanna, ha proseguito gli studi con un Master of Arts in Performance al Jazzcampus di Basilea. Influenzato da contrabbassisti come Larry Grenadier e Charlie Haden, il suo stile fonde elementi di musica classica con groove ispirati all’America Latina e all’Africa. Emilio si esibisce attivamente in tutta la Svizzera. Nel 2023, il suo gruppo, l’Emilio Giovanoli Quartet, ha ricevuto lo Swiss Diagonales Jazz Prize.
Leonardo Degli Antoni Leonardo Degli Antoni, nato a Lugano, è un batterista svizzero. La sua grande versatilità gli permette di esprimere la sua musicalità in contesti e progetti musicali molto differenti tra loro, sempre mantenendo il suo tocco. Attualmente è attivo in svariati progetti a livello nazionale ed europeo che spaziano dal rock alternativo, jazz, soul, reggae o afrobeat. Con artisti come Samora, Pilar Vega, LAYENA, Savri, EPOQUE, Moltomale, Concetta Spaziale e altri, si è esibito in Olanda, Regno Unito, Svizzera, Italia, Francia e Germania. Nonostante l’interesse verso diversi stili, Leonardo continua la propria ricerca verso un suono ed uno stile il più personale possibile. Ha studiato alla ZHdK (Zürcher Hochschule der Künste) di Zurigo, con Arthur Hnatek, David Virelles, Dominique Girod, Ruven Ruppik, e ha seguito lezioni private con Joe Dyson, Jeremy Dutton, Dan See, Dexter Hercules e altri batteristi durante periodi a Londra e New York. Attualmente studia regolarmente con il percussionista cubano Manley “Piri” Lopez e programma una serie di concerti con l’associazione NOIIS, a Zurigo.
Dalle 20.30
Gypsy Rufina porterà il suo ultimo album Mason Type III. Un viaggio tra folk, bluegrass e sperimentazioni sonore, che racconta di strada, incontri e storie di vita. . Dettagli: . Mason Type III è il nome del sesto album di Gipsy Rufina, a distanza di 6 anni dal precedente Moons and Mussels e a 3 anni da un album Split in dialetto reatino uscito durante il Covid. Il disco, autoprodotto, registrato per la maggior parte dei brani e masterizzato al Trai Studio di Inzago, esce con la collaborazione di due piccole etichette discografiche indipendenti svizzere, ovvero la Road Sweet Road, con la quale Gipsy lavora da 15 anni, e la giovane Hillmill Records.
Mason Type III è il nome tecnico di una frattura scomposta del gomito che Gipsy si è procurato con un incidente in skateboard nel 2017, quando viveva a Bruxelles (la copertina del disco riprende la lastra di ospedale del gomito dopo l’inserimento di 3 viti). Questo avvenne il giorno prima di partire per un tour in Russia, avvenuto poi l’anno successivo. Il numero 3 ricorre negli eventi personali degli ultimi anni del musicista, fino ad assumere un carattere simbolico che rafforza la scelta del titolo. È un disco rimasto sospeso per troppo tempo, di qui la necessità di pubblicarlo e mettere un punto a una fase/periodo.
L’album di 10 brani complementari fra loro, come nei dischi precedenti di Gipsy Rufina, diventa un viaggio e un’esplorazione musicale di diverse fasi che vanno dalle (poche in realtà) ballate acustiche intime, come Wolf Moon, a suoni più sporchi della cigarbox, con il ritorno a una sperimentazione con l’aggiunta di synt nella Screws in My Bone, piuttosto che blues sporchi e suonati in presa diretta in stile one-man band come Loose Blues. Molti i brani che riportano al bluegrass o sonorità appalache, che tornano nel disco con strumenti come il banjo suonato con clawhammering. Non mancano momenti che richiamano a una psichedelia cara a Gipsy in dischi come Space Talking del 2012 e la scelta di aggiungere organi come Eko Tigers, suonati in maniera quasi infantile nei brani.
Il disco vanta special guest in alcuni pezzi come Neil Jones, autentica pedal steel di Nashville, l’amico Diego Potron e Nicole dei Pentagram String Band.
Le canzoni tornano a parlare di strada, dipingere situazioni, luoghi e viaggi assurdi, e all’interrogarsi di tutti questi anni passati a scrivere e viaggiare. Infine, il disco propone una versione moderna di un vecchio brano come The Green Highway, che celebra due decadi di carriera.